Disegno tutorial di Edward Snowden |
In quattrocento pagine il libro ripercorre le tappe della sua vita personale con risvolti a volte drammatici e i motivi che l'hanno spinta a far conoscere all'opinione pubblica come stavano davvero le cose durante la guerra in Iraq. Ma cosa fa oggi Chelsea Manning? Come rivela lei stessa nel corso di una recente intervista su Vanity Fair:
«Scriva che lavoro tantissimo: inizio alle 8.30 minimo e posso andare avanti come un treno fino alle 7 di sera. Adoro essere occupata». Manning, che oggi è una consulente di sicurezza dei dati – assiste soprattutto giornalisti e ong che supportano attivisti in varie parti del mondo, spiega, «che hanno più bisogno di mantenere riservate delle informazioni su loro stessi e su ciò che fanno»
Questa intensa storia legata anche ai diritti civili relativi all'identità di genere, Chelsea è stato il primo militare dell'esercito degli Stati Uniti a essere sottoposto a terapia ormonale e fare la transizione di genere, è l'occasione per fare il punto sulla figura del cosiddetto whistleblower, letteralmente “colui che soffia il fischietto", che identifica l’individuo che denuncia attività illecite all’interno dell’organizzazione di appartenenza. Alcuni ritengono che la nozione, proveniente dall'ordinamento giuridico americano, richiami la figura dell’arbitro che “soffia” il fischietto per segnalare un “fallo”: immagine accostata a quella del dipendente che denuncia un illecito.
Il whistleblowing, o segnalazione di un presunto illecito, è un sistema di prevenzione della corruzione introdotto nel nostro ordinamento dalla legge 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione”.
Con legge 30 novembre 2017 n.179, recante “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato” è stata rafforzata la tutela del dipendente pubblico che, nell’interesse dell’integrità della Pubblica Amministrazione, segnala al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza o all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) o denuncia all’Autorità giudiziaria ordinaria o a quella contabile, condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro.
Il dipendente pubblico che segnala un illecito non può essere, sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione. La denuncia, inoltre, è sottratta all’accesso documentale previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241.
Il principio della tutela della riservatezza dell’identità del dipendente autore della segnalazione è garantito anche da altri accorgimenti che le pubbliche amministrazioni devono adottare in base al Piano nazionale anticorruzione (Pna). Gli Enti dovranno quindi approntare per il proprio personale una procedura informatica in grado di assicurare la tutela della riservatezza dell’identità del dipendente che effettua la segnalazione.
In cosa consiste questa procedura informatica dal punto di vista tecnico? Per metterla in maniera semplice senza indulgere a tecnicismi partiamo dal concetto che la rivoluzione digitale degli ultimi anni ci ha portato a vivere in una vera e propria data society, ma la data society è diventata anche una società della sorveglianza, come scrisse un altro whistleblower, il contractor dell'NSA Edward Snowden, in un messaggio cifrato alla giornalista Laura Poitras:
... ogni confine che attraversi, ogni acquisto che fai, ogni numero che componi, ogni ripetitore telefonico accanto a cui passi, ogni amicizia che coltivi, articolo che scrivi, sito che visiti, oggetto e-mail che digiti e pacchetto che spedisci, e persino la pubblicità che vedi, è nelle mani di un sistema che ha un raggio di azione illimitato ...
Ecco quindi che in una situazione del genere per proteggere la fonte è necessario ristabilire un adeguato livello di fiducia e di privacy facendo ricorso alla crittografia attraverso l'impiego in primis di un sistema di posta elettronica cifrato. Molti sono i progetti per la protezione dei whistleblower, tra questi vale la pena citare SecureDrop una piattaforma software gratuita per la comunicazione sicura tra giornalisti e fonti alla base della quale ci furono le idee di Aaron Swartz. SecureDrop consente la creazione di piattaforme di whistleblowing digitale sul tipo di WikiLeaks garantendo alle fonti di informazione sicurezza e anonimato.
In questo contesto è determinante il ruolo di alcune organizzazioni internazionali non profit come l'Electronic Frontier Foundation (EFF) rivolta alla tutela dei diritti digitali e della libertà di parola nel contesto dell'odierna era digitale. La sua mission è quella di educare la stampa, i politici ed il pubblico in generale riguardo alle libertà civili nelle materie connesse alla tecnologia e di agire in difesa di queste libertà.
Di seguito alcune risorse e progetti che potrete trovare utili per approfondire l'argomento.
- Electronic Frontier Foundation
- Tails: un sistema operativo portatile che protegge da sorveglianza e censura
- GnuPg - the GNU Privacy Guard
- Piattaforma open source SecureDrop
- Piattaforma open source GlobaLeaks
- Applicazione di messaggistica istantanea Signal
- Browser con protezione privacy DuckDuckGo
- Proton - Privacy by default
- Proton - Online Security Guide for Journalists
- Citizenfour, documentario del 2014 diretto da Laura Poitras, premio oscar 2015 (in italiano)
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